mercoledì 28 febbraio 2007

PRESENTAZIONE

Chi siamo, forse importa poco. Con chi siamo, al contrario, importa molto.
Stiamo dalla parte dei disoccupati, dei lavoratori in forse, a tempo, a chiamata, somministrati, occasionali, casuali, atipici, inusuali.
Stiamo con i finti autonomi, con i “co.co.co.” oggi “co.co.pro.”.
Stiamo con chi sperimenta ogni giorno sulla propria pelle la pesantezza di un lavoro che c'è e non c'è, ed è costretto ad umiliarsi per mendicare uno straccio di contratto che viene concesso come elemosina.
Stiamo con chi subisce il ricatto occupazionale, il mobbing, la disparità di trattamento rispetto ai colleghi, la mancanza di un minimo di diritti e tutele, le discriminazioni di genere, di nazionalità etc.. In una parola, stiamo con chi ha un lavoro precario.

Stiamo anche con chi di tutto questo non sperimenta nulla direttamente, ma è comunque mosso ad interrogarsi e a discutere di una realtà che riconosce nell’esperienza di un amico, di un famigliare, di un conoscente, o che ha solo letto sul giornale.
Stiamo dalla parte di tutti quelli che si chiedono perché e come uscirne e, soprattutto, stiamo dalla parte di chi è sfiduciato e ha smesso di chiederselo.
Siamo con loro. Siamo come loro. Siamo dalla loro parte.

L’idea è di creare uno spazio aperto, in cui tutti, ma proprio tutti, indipendente dalle loro idee politiche, possano scrivere e raccontare le loro storie, esprimere opinioni, denunce, invettive, domande.
Tutto è iniziato una sera qualunque tra amici: qualcuno per primo ha raccontato un’esperienza negativa vissuta sul luogo di lavoro e subito ci siamo resi conto che ciascuno di noi aveva qualche cosa da dire, da aggiungere, da chiedere; abbiamo capito e pensiamo che non sia una coincidenza; che molti altri abbiano qualche cosa da dire, da aggiungere, da chiedere, da raccontare.
Gli amici di Rifondazione Comunista di Bolzano ci hanno messo a disposizione la loro struttura per darci la possibilità di far decollare questo blog.

Ciascun contributo che verrà servirà a disegnare questo spazio, a riempire di senso questa nostra discussione. Al diavolo la retorica dei proclami e la nuda analisi statistica dei dati!
Per noi la precarietà non è solo un fenomeno da studiare, o un argomento che merita giusto lo spazio di una colonna di giornale.
Vogliamo capire come le mille trasformazioni che stanno modificando il sistema dei rapporti di lavoro ricadono su di noi; come stravolgono le dimensioni del tempo libero e di quello “produttivo”; come irrompono nella nostra vita quotidiana; come ci relegano in un eterno presente, mortificando ogni tentativo di progettare il nostro futuro.
E forse dovremmo anche chiederci che tipo di mondo e di società vogliamo costruire…

Di fronte alle domande più semplici (mi rinnoveranno il contratto? Mi assumeranno? Troverò mai un lavoro che mi piace? Perché guadagno meno del collega che mi siede a fianco? Perché lui ha le ferie, la malattia pagata, i permessi sindacali e io no?) è diventato impossibile, per molti di noi, darsi delle risposte.
Aiutiamoci a farlo.


Vielleicht ist es unwichtig, wer wir sind, auf wessen Seite wir stehen spielt aber eine wichtige Rolle. Wir stehen auf der Seite der Arbeitslosen, auf der Seite derjenigen, die eine unsichere oder befristete Arbeit haben, eine auf Abruf, eine Gelegenheitsarbeit, eine atypische Arbeit.
Wir stehen auf der Seite der nur scheinbar unabhängigen ArbeiterInnen, auf der Seite der einstigen „co.co.co.“, die heutigen „co.co.pro.“.
Wir stehen auf der Seite jener, die täglich um ihre Arbeit bangen müssen und gezwungen sind, sich zu entwürdigen, um einen Arbeitsvertrag zu erbetteln.
Wir stehen auf der Seite jener, die erpresst, „gemobbt“, ungerecht behandelt werden, recht- und schutzlos, wegen des Geschlechts oder der Nationalität diskriminiert. Kurz: wir stehen auf der Seite jener, die eine prekäre Arbeit haben.
Wir stehen auch auf der Seite jener, die zwar nicht unmittelbar von diesen Arbeitsformen betroffen sind, aber, vielleicht weil Freunde, Familienangehörige, Bekannte einer prekären Arbeit nachgehen müssen oder ganz einfach, weil sie durch die Medien informiert sind, sich mit diesem Phänomen auseinander setzen wollen.
Wir stehen auf der Seite all jener, die diesen Zustand überwinden wollen und auf der Seite jener, die den Mut und das Vertrauen verloren haben und sich nicht einmal mehr fragen, weshalb.

Hier soll ein offenes Forum entstehen, in dem alle, unabhängig von ihren politischen Überzeugungen, ihre Geschichte erzählen, ihre Meinungen kundtun, Missstände aufzeigen, Fragen stellen können.
Alles begann an einem gewöhnlichen Abend unter Freunden: jemand erzählte von seinen negativen Arbeitserfahrungen und sofort bemerkten wir, dass jeder von uns diesbezüglich etwas zu sagen hatte.
Die Bozner Freunde von Rifondazione Comunista haben uns ihre Infrastrukturen zur Verfügung gestellt und uns damit die Möglichkeit gegeben, diesen Blog zu starten.

Jeder Beitrag, der eintrifft, wird dazu beisteuern, diesem Forum einen Sinn zu geben. Für uns ist prekäre Arbeit nicht lediglich ein Studienobjekt oder ein Thema, das in einer Zeitungskolumne abgetan werden kann.
Wir wollen verstehen, wie sich die Veränderungen in den Arbeitsverhältnissen auf uns auswirken, wie sie auf die sog. Freizeit und „produktive Zeit“ einwirken, wie sie unseren Alltag beeinflussen, wie sie uns zu einer ewigen Gegenwart verurteilen, ohne Möglichkeit einer Zukunftsplanung.
Wir werden uns auch die Frage stellen müssen, wie unsere Gesellschaft gestaltet werden sollte…

Für einfachste Fragen (wird mein Vertrag verlängert? Werde ich angestellt? Werde ich jemals eine befriedigende Arbeit finden? Wieso verdiene ich weniger wie mein Arbeitskollege? Weshalb hat dieser Urlaubstage, bezahlten Krankheitsurlaub, gewerkschaftliche Freistellungen und ich nicht?) gibt es für viele von uns keine Antworten.
Helfen wir uns, diese zu finden.